Un documento conservato nell’Archivio storico della Città di Lucerna testimonia i primi tentativi rispetto a un progetto universitario a Lugano, ad opera prima dei Padri Somaschi e poi dei Gesuiti. Tentativi entrambi falliti.
Il progetto di Stefano Franscini per una Accademia Ticinese viene approvato dal Gran Consiglio, ma le difficoltà finanziarie in cui il Cantone si venne a trovare e le rivalità tra Locarno, Bellinzona e Lugano fecero cadere il progetto.
Nei primi 60 anni del ’900 ci furono diverse discussioni e almeno tre nuovi tentativi. Nessuno andò a buon fine.
Il Centro Universitario della Svizzera italiana (CUSI) – istituto per la formazione continua – è approvato dal Gran Consiglio, ma respinto in votazione popolare nel 1986.
Flavio Cotti parla a Poschiavo, in occasione dei 700 anni della Confederazione, del potenziale tutto da esprimere della Svizzera italiana in ambito accademico e scientifico e della necessità di una nuova iniziativa in tema.
Mario Botta raccoglie lo spunto di Roland Crottaz (Presidente del Consiglio dei Politecnici) per un’Accademia di architettura e su mandato del Governo ticinese imposta un progetto per la sua realizzazione, insieme a Giuseppe Buffi.
Il Municipio di Lugano dà mandato a Mauro Baranzini, Sergio Cigada e Lanfranco Senn di preparare un progetto dettagliato per l’istituzione di due Facoltà a Lugano. A loro si uniscono due anni dopo Luigi Dadda e Remigio Ratti.
A marzo il Consiglio comunale di Lugano approva il progetto per le due Facoltà di scienze economiche e scienze della comunicazione. A ottobre il Gran Consiglio approva la legge sulla costituzione dell’Università della Svizzera italiana con le due Facoltà luganesi e l’Accademia di architettura a Mendrisio.
Il Consiglio svizzero della scienza si esprime favorevolmente sulla creazione dell’Università della Svizzera italiana. Il 21 ottobre 1996, alle ore 8.30, iniziano le lezioni sui campus di Lugano e Mendrisio.
Prende avvio il primo Executive master, il Master of Advanced Studies in economia e management sanitario e sociosanitario. L’anno successivo partono le lezioni di EMScom, l’Executive Master of Science in Communications Management, all’epoca chiamato MPR.
Con il conferimento delle prime lauree, l’USI ottiene il pieno riconoscimento del Consiglio federale, che garantisce al Ticino lo status di Cantone universitario.
L’USI adotta, tra le prime in Svizzera, il nuovo Ordinamento europeo degli studi universitari, in conformità alla Dichiarazione di Bologna.
Nasce la Facoltà di scienze informatiche.
Viene fondato l’Istituto di studi italiani e parte il Master in Lingua, letteratura e civiltà italiana; nel 2012 viene inaugurato anche il percorso di Bachelor.
Nasce il nuovo Istituto di scienze computazionali entro la Facoltà di scienze informatiche.
L’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB, Bellinzona), guidato dal Prof. Antonio Lanzavecchia, è affiliato all’USI.
Il Prof. Michele Parrinello della Facoltà di scienze informatiche vince il Premio Marcel Benoist, il più importante riconoscimento scientifico svizzero. Viene fondato l’Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura.
Approvata dal Gran Consiglio l’istituzione della quinta Facoltà: Scienze biomediche.
Entra in vigore un nuovo modello organizzativo e alla guida dell’USI arriva Boas Erez, il primo Rettore.