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<h3>1588</h3>
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<p>Un documento conservato nell’Archivio storico della Città di Lucerna testimonia i primi tentativi rispetto a un progetto universitario a Lugano, ad opera prima dei Padri Somaschi e poi dei Gesuiti. Tentativi entrambi falliti.</p>
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<h3>1844</h3>
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<p>Il progetto di Stefano Franscini per una Accademia Ticinese viene approvato dal Gran Consiglio, ma le difficoltà finanziarie in cui il Cantone si venne a trovare e le rivalità tra Locarno, Bellinzona e Lugano fecero cadere il progetto.</p>
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<h3>1912-1960</h3>
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<p>Nei primi 60 anni del ’900 ci furono diverse discussioni e almeno tre nuovi tentativi. Nessuno andò a buon fine.</p>
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<h3>1985</h3>
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<p>Il Centro Universitario della Svizzera italiana (CUSI) – istituto per la formazione continua – è approvato dal Gran Consiglio, ma respinto in votazione popolare nel 1986.</p>
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<h3>1991</h3>
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<p>Flavio Cotti parla a Poschiavo, in occasione dei 700 anni della Confederazione, del potenziale tutto da esprimere della Svizzera italiana in ambito accademico e scientifico e della necessità di una nuova iniziativa in tema.</p>
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<h3>1992-1994</h3>
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<p>Mario Botta raccoglie lo spunto di Roland Crottaz (Presidente del Consiglio dei Politecnici) per un’Accademia di architettura e su mandato del Governo ticinese imposta un progetto per la sua realizzazione, insieme a Giuseppe Buffi.</p>
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<h3>1993</h3>
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<p>Il Municipio di Lugano dà mandato a Mauro Baranzini, Sergio Cigada e Lanfranco Senn di preparare un progetto dettagliato per l’istituzione di due Facoltà a Lugano. A loro si uniscono due anni dopo Luigi Dadda e Remigio Ratti.</p>
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<h3>1995</h3>
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<p>A marzo il Consiglio comunale di Lugano approva il progetto per le due Facoltà di scienze economiche e scienze della comunicazione. A ottobre il Gran Consiglio approva la legge sulla costituzione dell’Università della Svizzera italiana con le due Facoltà luganesi e l’Accademia di architettura a Mendrisio.</p>
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<h3>1996</h3>
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<p>Il Consiglio svizzero della scienza si esprime favorevolmente sulla creazione dell’Università della Svizzera italiana. Il 21 ottobre 1996, alle ore 8.30, iniziano le lezioni sui campus di Lugano e Mendrisio.</p>
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<h3>1998</h3>
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<p>Prende avvio il primo Executive master, il Master of Advanced Studies in economia e management sanitario e sociosanitario. L’anno successivo partono le lezioni di EMScom, l’Executive Master of Science in Communications Management, all’epoca chiamato MPR.</p>
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<h3>2000</h3>
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<p>Con il conferimento delle prime lauree, l’USI ottiene il pieno riconoscimento del Consiglio federale, che garantisce al Ticino lo status di Cantone universitario.</p>
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<h3>2001</h3>
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<p>L’USI adotta, tra le prime in Svizzera, il nuovo Ordinamento europeo degli studi universitari, in conformità alla Dichiarazione di Bologna.</p>
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<h3>2004</h3>
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<p>Nasce la Facoltà di scienze informatiche.</p>
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<h3>2007</h3>
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<p>Viene fondato l’Istituto di studi italiani e parte il Master in Lingua, letteratura e civiltà italiana; nel 2012 viene inaugurato anche il percorso di Bachelor.</p>
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<h3>2008</h3>
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<p>Nasce il nuovo Istituto di scienze computazionali entro la Facoltà di scienze informatiche.</p>
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<h3>2010</h3>
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<p>L’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB, Bellinzona), guidato dal Prof. Antonio Lanzavecchia, è affiliato all’USI.</p>
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<h3>2011</h3>
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<p>Il Prof. Michele Parrinello della Facoltà di scienze informatiche vince il Premio Marcel Benoist, il più importante riconoscimento scientifico svizzero. Viene fondato l’Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura.</p>
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<h3>2014</h3>
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<p>Approvata dal Gran Consiglio l’istituzione della quinta Facoltà: Scienze biomediche.</p>
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<h3>2016</h3>
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<p>Entra in vigore un nuovo modello organizzativo e alla guida dell’USI arriva Boas Erez, il primo Rettore.</p>
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[EN] For further information regarding the library used, please contact web@usi.ch
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